ESG. TENIAMO L’OCCHIO SULL’OBIETTIVO

Oggi vorrei fare alcune considerazioni sull’importanza del monitoraggio e della valutazione delle azioni di sostenibilità delle imprese, spesso fatte sotto l’egida ESG (Environment, Social, Governance).

Gestire lo sviluppo sostenibile nel settore privato

Il fatto che nostre attività portino dei cambiamenti è la ragione che dà un senso all’investimento delle nostre energie. Chi lavora nel mondo della cooperazione internazionale conosce bene la differenza tra attività (ciò che viene fatto) e obiettivi (i benefici che ne derivano). Questa differenza deve essere molto chiara a chi si cimenta nell’arduo compito della progettazione e, a chi vuole intraprendere un reale Result-based management. La mia esperienza in un programma di promozione di investimenti responsabili finanziato dal governo svedese in Asia – che adottava proprio questo approccio – è stata estremamente positiva. Da quando si scrive un progetto a quando lo si implementa, può passare molto tempo, e succede che le azioni per arrivare all’obiettivo debbano variare.

Come misurare e valutarne l’efficacia

Verificare il raggiungimento degli obiettivi, è ciò che ci dovremmo premurare di misurare, anche in un’ottica di miglioramento continuo. Realizzare delle attività non è la sola sfida che conta, dunque rivolgere la nostra attenzione solamente a ciò che viene fatto è limitante. Allo stesso tempo, valutare il raggiungimento degli obiettivi di un progetto che non ha obiettivi chiari o che semplicemente riprendono le priorità degli enti finanziatori, è un’attività faticosa ed a volte, demoralizzante.

Darsi degli obiettivi

Credo sia secondario parlare di valutazione da parte della finanza se non ci siamo prima posti le domande inziali: perché si fanno quelle azioni? Cosa ci interessa maggiormente monitorare e valutare? Che cosa indica il successo di un progetto/azione, come facciamo a sapere se sono stati raggiunti? Quali sono le cose veramente importanti, quelle che davvero contano nei processi di cambiamento? Domande che si danno spesso per scontate, sulle quale sono subito tutti d’accordo, ma che possono essere non essere ancora presenti nel DNA di chi si trova a gestire i fondi ESG o di chi decide di valutare il comportamento delle aziende.

Prima di studiare tutte le linee guida, i regolamenti e obblighi di legge, varrebbe la pena approfondire le tematiche ESG a tutto tondo e senza utilizzare la lente della propria azienda. Solo successivamente vale la pena concentrarsi sugli obiettivi e condividerli. Perchè formulare/valutare gli obiettivi ESG senza prima decodificare, toccare, studiare gli effetti di uno sviluppo sostenibile (o insostenibile) è come fare la recensione di una città che non si è mai visitata.

Come approccia Agricom questa sfida?

Per prima cosa abbiamo valutato i nostri prodotti e servizi, più  i nostri spin-off l’AgricomLab ed il  progetto ZOE-Biodiversità contagiosa – rispetto agli Obiettivi e target dello Sviluppo Sostenibile dell’ONU (Agenda 2030). Obiettivi condivisi a livello mondiale, che abbiamo deciso di abbracciare in ogni progetto. Infatti, se leggete i nostri post e il nostro sito, troverete sempre l’SDG o il target di riferimento. Recentemente ho avuto la soddisfazione di convincere anche uno dei nostri partner a farlo.

Non perdiamo di vista l’obiettivo.